ROMA – “La nostra azione legale andrà avanti in tutte le sedi possibili perché pretendiamo che ci sia un’unica regola. Se nessun tribunale italiano la riconoscerà, la chiederemo all’Europa. In passato erano gli operatori non autorizzati i discriminati, adesso lo siamo noi e la questione deve essere risolta”. Così Maurizio Ughi, amministratore unico di “Obiettivo
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