30/06/2014
ROMA – “La gara del giugno 2016, impossibile da prorogare, metterà fine all’agonia in cui si trova il mercato delle scommesse. La soluzione esiste, basta che il Regolatore ci metta volontà e competenza. Intanto, Snai Servizi ha iniziato, con l’aiuto del proprio avvocato, un contenzioso al fine di adeguarsi a quanto dirà il giudice. Se ammetterà che possiamo aprire dei negozi senza concessione, arriveremo all’appuntamento del 2016 con un posizionamento nel mercato. Se dirà che non possiamo aprire negozi, faremo tesoro della sentenza e in ogni comparizione davanti ai giudici locali – come firmatario pro-tempore delle denunce fatte in qualità di amministratore delegato di Snai S.p.A. – ’sbandiererò’ la sentenza sostenendo che avendo negato a Snai Servizi di accettare scommesse private, il principio dovrà farsi valere anche nei confronti di altri, che di contrabbando, le stanno accettando”. Maurizio Ughi, amministratore di Snai Servizi, torna sulla richiesta di autorizzazione alla raccolta di scommesse presentata qualche giorno fa al ministero dell’Economia, sottolineando la necessità del mantenimento del settore in mano pubblica.
“Le scommesse devono essere ’pubbliche’ – aggiunge – al fine di garantire il consumatore finale e conseguentemente rendere il negozio credibile perché vende un prodotto controllato. Un po’ come un farmaco che prima di essere venduto in una farmacia autorizzata è passato al vaglio di esperti del Ministero della Salute che ne garantiscono la commerciabilità. E le dosi di consumo devono essere controllate. Come le scommesse. Il gioco, quindi, non può essere ’abbandonato’ all’attività privata. E’ irricevibile quanto afferma l’avvocato dello storico allibratore (il legale di Stanleybet, Daniela Agnello, aveva diffuso una nota venerdì scorso nella quale proponeva la legittimazione definitiva dei centri esteri, ndr) senza autorizzazione Italiana, con sede a Malta – dove non sono consentite le scommesse sul quel territorio e quindi non esiste alcun controllo -, perché qualora il Regolatore Italiano accogliesse la proposta, si troverebbe immediatamente un’enorme richiesta danni da parte dei Concessionari di Stato che hanno acquistato le concessioni e rispettato le procedure convenzionali accollandosi costi ingenti”.
“Le scommesse devono essere ’pubbliche’ – aggiunge – al fine di garantire il consumatore finale e conseguentemente rendere il negozio credibile perché vende un prodotto controllato. Un po’ come un farmaco che prima di essere venduto in una farmacia autorizzata è passato al vaglio di esperti del Ministero della Salute che ne garantiscono la commerciabilità. E le dosi di consumo devono essere controllate. Come le scommesse. Il gioco, quindi, non può essere ’abbandonato’ all’attività privata. E’ irricevibile quanto afferma l’avvocato dello storico allibratore (il legale di Stanleybet, Daniela Agnello, aveva diffuso una nota venerdì scorso nella quale proponeva la legittimazione definitiva dei centri esteri, ndr) senza autorizzazione Italiana, con sede a Malta – dove non sono consentite le scommesse sul quel territorio e quindi non esiste alcun controllo -, perché qualora il Regolatore Italiano accogliesse la proposta, si troverebbe immediatamente un’enorme richiesta danni da parte dei Concessionari di Stato che hanno acquistato le concessioni e rispettato le procedure convenzionali accollandosi costi ingenti”.
fonte Agipronews