17 giugno 2015
Ieri il Tar Toscana ha annullato la licenza di pubblica sicurezza concessa dalla Questura di Prato a un esercente, a causa della violazione del “distanziometro”, la norma che disciplina le distanze minime dai luoghi sensibili, e che vale però soltanto per i nuovi esercizi, mentre quelli preesistenti sono esenti dal rispettare la norma. Sarebbe come affermare che la salute pubblica è messa a rischio soltanto dai negozi che apriranno d’ora in poi, e non da quelli già esistenti sul territorio, che siano vicini o lontani da scuole, chiese e ospedali. La contraddizione e la totale anarchia che emerge da fatti del genere, nonché il rischio di altre discriminazioni e quindi di contenziosi – non fa altro che confermare la bontà del progetto di Obiettivo 2016: il codice dei giochi potrà essere realmente efficace solo se coinvolgerà attivamente tutti gli attori del sistema, compresi Comuni e Regioni, nel programma di riorganizzazione del settore. Gli enti locali dovranno essere responsabili della gestione del gioco nel proprio territorio, ecco perché è opportuno prevedere una quota destinata ai singoli comuni nel processo di assegnazione e rilascio della licenza di gioco ai negozi.
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Tar Toscana boccia licenza della Questura: “In contrasto con norme su distanze minime”